
Davide - L’importante è non perdere
mai l’ottimismo e la speranza
La mia tragica avventura è iniziata l’8
dicembre del 2007 quando una donna in auto mi ha tagliato
la strada ed io, per evitarla e per non ucciderla,
sono andato a finire contro un muro. Dopo 45 giorni
di coma, mi sono risvegliato all’ospedale San
Raffaele Giglio di Cefalù dove ho seguito otto
mesi di riabilitazione. Dimesso dall’ospedale,
sono venuto a Roma per essere visitato dalla dottoressa
Rita Formisano che, dopo aver immediatamente analizzato
la mia documentazione, mi ha consigliato di fare richiesta
per essere ricoverato alla Fondazione Santa Lucia.
Sono stato accolto in day hospital e ospitato a Casa
Dago, la struttura di reinserimento sociale per pazienti
post-comatosi. Casa Dago è nata da un progetto
della dottoressa Formisano e della signora Elena Villa
in memoria del figlio scomparso in seguito a trauma
cerebrale causato da un incidente. Vivo questa esperienza
a Casa Dago in maniera molto positiva, partecipo alle
attività che aiutano la fisioterapia come ad
esempio il decoupage o la scrittura al computer, attività
che aumentano la bi manualità. Ma non facciamo
solo fisioterapia, c’è anche la pet-therapy
che aiuta a rilassarsi e ogni paziente ha a disposizione
la possibilità di dialogare settimanalmente
con la psicologa. Mi trovo molto bene qui perché
partecipo ad attività che lasciano libera la
mia creatività come la pittura astratta alla
quale mi dedico con passione. Mi piace non dover copiare
per forza un soggetto, ma poter spaziare seguendo
parole e immagini che mi sussurra il cuore. L’importante
è non perdere mai l’ottimismo e la speranza.
La mia è sicuramente un’esperienza positiva
perché ho trovato qui persone che mi dicono
di non abbattermi mai e mi spronano a lottare per
migliorare. Stimo la signora Villa perché ha
capito che le famiglie hanno bisogno di vivere in
maniera più graduale il passaggio ospedale-casa,
affinché non si trovino impreparate una volta
tornati a casa. Ed è a Casa Dago che ho realizzato
un dipinto da me intitolato “Vita”. E’
stato un momento importante, un momento di consapevolezza
perché ho capito che la vita non è mai
retta o ben definita, come immaginavo prima. Ho capito
che dietro l’angolo ci sono cose che neanche
immaginiamo. Ho sentito che l’uomo quando nasce
irradia una luce più luminosa e più
accecante del sole e che tale luce è l’amore.
Ma più cresciamo e più ce ne dimentichiamo
perché si presentano alcuni tratti oscuri che
rappresentano le insidie pronte a sbarrarci la strada.
Ho scoperto che c’è luce anche alla fine
della vita ed è la speranza di un’altra
vita, della vita oltre la morte. La fede mi ha fatto
superare i tratti oscuri che purtroppo la vita mi
ha messo davanti, mi ha aperto le porte per percepire
quest’altra vita che non avrà insidie,
non avrà lati oscuri. Tutto questo ho realizzato
a Casa Dago. Tra queste mura, ho sentito affiatamento
e armonia, l’energia positiva di cui il paziente
ha bisogno dopo aver trascorso lunghi mesi in ospedale.
Laura
- Salve a tutti, mi chiamo Laura e frequento Casa Dago da 3 anni. All'inizio ero molto scettica ...
Roberto
- Dopo il Coma, Ora anch’io sono un volontario,
la mia esperienza aiuta gli altri a tenere duro
Davide
- L’importante è non perdere mai l’ottimismo
e la speranza
Mariagrazia
- La vita è un dono prezioso
Alessio
e Antonietta - gli angeli non vivono solo in paradiso
Patrizia
- un aiuto per andare avanti
Giuseppe,
da un centro di cura a un altro: le difficoltà
dei suoi genitori per non abbandonarlo mai
Un caso
di buona sanità italiana:il risveglio dal coma
e il recupero di Mina
Roberto,
accanto a lui un fratello francescano: "le mie
gambe faticano ancora, ma adesso il mio spirito ha
le ali "
Nessun'altro
istituto ha mai offerto ad Antonio tali e tanti stimoli
da condurlo a scrivere di suo pugno
Enzo:
un ringraziamento particolare per l'ospitalità
datami
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