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Roberto - Dopo il Coma, Ora anch’io sono un volontario, la mia esperienza aiuta gli altri a tenere duro


Mi chiamo Roberto Zanettini e sono volontario a Casa Dago dal novembre del 2007. Una scelta dettata da un’esigenza: anch’io sono un post comatoso ed è per questo che voglio aiutare chi si trova nelle difficili condizioni in cui mi sono trovato io. Ho avuto un incidente in moto il 15 dicembre 2003, sono entrato in coma immediatamente e ci sono rimasto per 23 giorni. Non ricordo nulla dell’esperienza comatosa. L’unica cosa che mi è rimasta è che, dopo essermi risvegliato, per mesi ho avuto l’impressione di essere fuori dal tempo.
Per questo motivo, mi rendo perfettamente conto di ciò che provano i pazienti. Ho vissuto di persona cosa si sente dopo un’esperienza che sta tra il dormiveglia e l’essere fuori dal corpo. Dopo circa due anni, ho cominciato ad avere l’esigenza fisica di star vicino a chi stava passando quello che avevo passato io, ho cominciato ad avere la necessità di occuparmi dei pazienti post-comatosi, di parlargli, stargli accanto, di scambiare insieme l’esperienza dell’incidente e tutto ciò che ne è seguito. Noi post comatosi viviamo una realtà diversa da quella prima del trauma, sia per le nuove difficoltà, sia perché la realtà è cambiata. Noi siamo cambiati, qualcosa è cambiato dentro e ci fa scoprire una realtà nuova che dobbiamo accettare con difficoltà e sacrifici e con la quale confrontarci di giorno in giorno. Vi posso assicurare che è difficile svegliarsi diversi da quello che eravamo prima, guardare le cose in maniera diversa perché del prima abbiamo solo una percezione, ma nessun ricordo preciso, nessuna certezza. Quello che viene a mancare dopo l’incidente è proprio la memoria.
A Casa Dago, mi occupo del corso di computer che si tiene il lunedì pomeriggio. Ci sono ragazzi che stanno prendendo la patente europea del computer e io gli spiego i concetti base del mondo informatico. Prima dell’incidente ero un informatico, lavoravo nella gestione informatica di un’azienda, ora faccio il magazziniere perché ritengono che non sia più idoneo a quel tipo di lavoro.
Io, però, non mi do per vinto e sfrutto la mia esperienza passata per stare vicino alle persone in difficoltà, quelle che hanno più bisogno di essere coccolate, di dimostrare con il proprio corpo di essere vivi e presenti a loro stessi. Mi rendo conto che mezza giornata alla settimana è poco, i ragazzi hanno sempre bisogno di stimoli, ma è sempre meglio di niente.
A Casa Dago aiuto i ragazzi a fare operazioni matematiche, cruciverba e semplici esercizi di informatica; per esempio ad organizzare le informazioni sul video, a scegliere i dati da prendere, attività che possono aiutare ad avere a che fare di nuovo con la realtà. Ma sono anche loro ad aiutarmi. Mi capita molto spesso di cercarli per parlare con loro. I nostri discorsi sono improntati soprattutto su come vivono dentro e fuori Casa Dago. Con molti siamo d’accordo che la vita, il concetto di vita, il nostro modo di pensare è cambiato e parliamo di questo.
Io voglio continuare a dare ciò che ho maturato nel tempo, soprattutto dopo l’incidente. Voglio continuare a star vicino a loro senza chiedere, ma solo a dare. In questo mondo c’è bisogno di dare più che di pretendere e questo è ciò che provo a fare.

Laura - Salve a tutti, mi chiamo Laura e frequento Casa Dago da 3 anni. All'inizio ero molto scettica ...

Roberto - Dopo il Coma, Ora anch’io sono un volontario, la mia esperienza aiuta gli altri a tenere duro

Davide - L’importante è non perdere mai l’ottimismo e la speranza

Mariagrazia - La vita è un dono prezioso

Alessio e Antonietta - gli angeli non vivono solo in paradiso

Patrizia - un aiuto per andare avanti

Giuseppe, da un centro di cura a un altro: le difficoltà dei suoi genitori per non abbandonarlo mai

Un caso di buona sanità italiana:il risveglio dal coma e il recupero di Mina

Roberto, accanto a lui un fratello francescano: "le mie gambe faticano ancora, ma adesso il mio spirito ha le ali "

Nessun'altro istituto ha mai offerto ad Antonio tali e tanti stimoli da condurlo a scrivere di suo pugno

Enzo: un ringraziamento particolare per l'ospitalità datami

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